Emorragia scolastica: cause e possibili soluzioni per uscire dalla crisi

Marco AbbonizioIl mondo della Formazione

La pandemia ha messo in luce le piaghe di una istruzione che da anni fatica a tenere il passo del resto d’Europa; il grande assente è l’orientamento, e si vede…

Il periodo storico che stiamo vivendo ha inevitabilmente messo in luce le gravissime lacune del settore dell’istruzione in Italia, una delle macroaree maggiormente toccata dall’emergenza pandemica e destinata inevitabilmente a lasciare degli strascichi devastanti nell’Italia che sarà.

Andiamo ad elencare di seguito alcuni dei dati più significativi dell’ultimo decennio, prendendo spunto da una interessante ricerca a questo proposito effettuata da Il Sole 24 Ore e pubblicata proprio nei giorni scorsi:

  • Uscita precoce dal sistema scolastico: ITA 13,5% – OCSE 10,3%
  • Laureati e altri titoli terziari: ITA 27,6% – EU 41,6%
  • Giovani che non lavorano e non studiano (NEET): ITA 23,4% – EU 12,5%
  • Competenze in lettura: ITA 476 – OCSE 487
  • Competenze in matematica: ITA 487 – OCSE 489
  • Laureati che lavorano: ITA 64,9% – EU 85,3%

Un’Italia che occupa il quintultimo posto in Europa per dispersione scolastica e che è addirittura seconda per per abbandoni universitari e penultima per numero di laureati. Numeri raccapriccianti che forse si riassumono a pieno nella categoria NEET (giovani che non lavorano e non studiano), che si attestano attorno al 23,4% ma che nel Mezzogiorno rappresentano oltre 1/3 della popolazione con età compresa fra i 15 ed i 29 anni.

Quest’ultimo dato viene oltretutto amplificato con forza dall’emergenza Covid: si pensi che, come sottolineato dal Premier Mario Draghi, su 1,6 milioni di alunni delle superiori, soltanto 1 milione riesce a seguire le lezioni in DAD. Sono centinaia di migliaia gli studenti che da marzo ad oggi si sono “persi per strada”, dato che fa il palio con gli altrettanti studenti che, nella nuova modalità, fanno e faranno registrare un vertiginoso calo dell’apprendimento.

Un enorme buco, dunque, che creerà inevitabili lacune ed un grandissimo spreco di talento nella costruzione dell’Italia che verrà che, oltre a fare i conti con l’uscita da un’emergenza difficilissima da combattere, sarà costretta a pagare dazio per una struttura scolastica troppo spesso trascurata.

Una papabile soluzione, al vaglio anche dei neoministri, è quella dell’orientamento: un orientamento vero, interamente votato allo sviluppo trasversale di future risorse lavorative ed all’implementazione di una struttura scolastica ed universitaria capace di spaziare su tutte le discipline, per uscire alla svelta da una melma che da un anno a questa parte continua a risucchiare il nostro Paese, specie in questo settore, senza soluzione di sosta.

Orientamento e Formazione, e proprio gli enti di formazione in questo senso possono giocare una parte importante, fornendo servizi di livello e mirati anche questi ad uno sviluppo futuro che sia collettivo oltre che individuale. Anche l’orientamento rientra fra questi servizi, e fra le politiche regionali legate al programma Garanzia Giovani, nel nostro caso della Regione Abruzzo, c’è proprio una misura atta ad orientare i NEET prima di intraprendere percorsi formativi o di lavoro, misura totalmente gratuita e di cui, possiamo assicurare, vale assolutamente la pena approfittare.