Formazione e innovazione: il traino per l’industria italiana

Marco AbbonizioIl mondo della Formazione

Formare per innovare, le nuove competenze dell’era digitale nell’epoca dell’industria 4.0

Sono anni ormai che ci siamo abituati a cambiamenti repentini, a passi in avanti continui e veloci a cui fa da contraltare una sostanziale stagnazione economica. E’ questa un po’ la fotografia sull’Italia del 2019, un 2019 che si sta chiudendo ma che porta evidentemente a delle riflessioni rivolte anche e soprattutto ad un futuro ancora da costruire.

L’economia digitale richiede competenze, competenze diverse in maniera sostanziale da quelle che erano richieste magari solo 15 anni fa. Ciò si ripercuote in maniera inesorabile sul mercato del lavoro. La mancanza di abilità necessarie, skills che vanno al di là del titolo di studi e di mansioni apprese nel corso degli anni, pesa come un macigno nella ricerca di lavoro e nella fase di assunzione da parte delle aziende.

Il paradosso però di tutto questo è il fatto che l’Italia si collochi nei bassi fondi della classifica delle nazioni per investimenti in formazione: il Bel Paese è davanti solo a Grecia e Bulgaria. Oltre il 60% delle imprese italiane eroga meno di una giornata di formazione all’anno per dipendente escludendo quella obbligatoria. Lievita inoltre il numero di aziende che addirittura non erogano formazione in maniera assoluta. Un ossimoro fraseologico che si rispecchia sulla vita reale: tanto bisogno di competenze ma totale sottovalutazione di un settore che rappresenta, di fatto, un appiglio nevralgico ai fini del raggiungimento di determinati obiettivi.

Una melma ovattata che trascina il nostro Paese verso un baratro senza fine. Come uscirne? La formazione, intesa come filiera, ha il dovere di assumere il ruolo di traino per sviluppare il patrimonio delle competenze ed il capitale intellettuale. Le competenze tecniche professionali di base, linfa vitale per la crescita, devono necessariamente viaggiare di pari passo con una formazione che funga da strumento di elevazione sociale, di eliminazione delle disuguaglianze e di opposizione alla povertà.

Un compito arduo ma quanto mai idoneo, perché garantire alle persone un processo di apprendimento permanente, di acquisizione di nuove skills e di crescita costante vuol dire proprio questo.

Una parte importante viene ovviamente recitata dagli enti di formazione stessi, e Human Factory, in quanto tale, esce in maniera continua dai binari della formazione classica ed obbligatoria che, pur essendo fondamentale ed ovviamente garantita da anni, viene accompagnata parallelamente da processi di innovazione che hanno portato il nostro staff a compiere anche delle scelte decisamente coraggiose.

Il programma 2020 Human Factory si compone infatti di diversi nuovi corsi a catalogo estremamente all’avanguardia e rinnovati rispetto agli anni scorsi; tra questi: il corso di digital marketing, il corso di web editing ed il corso di cultura grafica che, con la cornice del corso ECDL con rilascio di patente europea per il computer, forniscono un ampio raggio di scelta per formare un background adeguato al periodo in cui stiamo vivendo.

I corsi regionali con rilascio di qualifica professionale abbracciano altre tematiche fondamentali in un’ottica del tutto nuova, formando dei professionisti attraverso un percorso approfondito che possa creare dei tecnici del marketing, delle segretarie e degli specialisti in risorse umane pronti e determinati all’ingresso nel mercato del lavoro.

La più grande sfida è però forse determinata dalla formazione esperienziale, “Human Experience, learn outside the box”, una proposta che forse rispecchia più di tutte il quadro descritto in precedenza. Siamo certi che la lungimiranza e la voglia di crescita delle aziende del territorio possano sposarsi al meglio con le nostre proposte che intendono guardare sempre avanti: solo in questo modo una struttura come Human Factory – Ente di Formazione accreditato alla Regione Abruzzo, può garantire un livello qualitativo eccellente.