L’esercito dei Neet: Italia maglia nera in Europa

Marco AbbonizioIl mondo della Formazione

Ragazzi Italiani lavoro

Il 50% dei giovani non lavora nonostante possa farlo, il nostro Paese è ultimo in Europa

La situazione legata all’occupazione ed all’istruzione giovanile in Italia è imbarazzante: a rivelarlo è il rapporto di Confcommercio sui giovani italiani; un rapporto impietoso che fotografa a pieno una situazione decisamente non positiva del nostro Paese addirittura già prima della pandemia.

Facciamo un breve passo indietro per rendere meglio l’idea di come l’Italia non sia riuscita nel corso degli anni a colmare una lacuna enorme che tende ad allargarsi sempre di più: nel 2000 gli occupati giovani nel nostro Paese erano 7,7 milioni, nel 2019 5,2 milioni (-2,5 milioni). Nello stesso periodo la Germania ha perso soli 235mila giovani lavoratori. Un confronto impari che evidenzia come la dispersione di talento in Italia sia stata dieci volte maggiore a quella della Germania.

In sostanza in Italia, i giovani nella fascia di età 15-34 anni che potrebbero lavorare ma non lo fanno, e che non cercano attivamente un’occupazione, ammontano al 50% del totale: oltre il 10% in più rispetto al 2000 e circa il 20% in più della Germania che, in termini percentuali, è rimasta stabile attorno al 30% negli ultimi vent’anni.

Due milioni di Neet: un numero pazzesco. Nel nostro Paese giovani nella fascia di età 15-29 anni che non lavorano, non studiano né sono in formazione sono un vero esercito. L’Italia detiene di fatto il record europeo in questo senso, un record negativo ovviamente.

In pratica, in rapporto alla popolazione della stessa fascia di età, i Neet rappresentano il 22% in Italia contro il 15% circa della Spagna e il 7,6% della Germania.

Tornando quindi al 2019, all’interno di quel 50% di giovani attivi in età lavorativa, escluse le persone in cerca di occupazione, solo il 41,7% trova un impiego come dipendente o indipendente, rispetto ad oltre il 67% di giovani di pari età in Germania. 

Il paradosso?

La richiesta di 245.000 lavoratori da parte delle aziende, richiesta insoddisfatta.

La via d’uscita? Studio e formazione professionale sono le uniche due strade percorribili per far sì che l’Italia possa rialzare la testa; ancor più con l’aggravante della pandemia, non coinvolta nei dati elencati risalenti al periodo pre-Covid, ma assolutamente influente in termini (ahinoi) negativi nella ricerca del lavoro e nell’occupazione.

Con la Scuola di Formazione Human Factory puoi accedere a molteplici iniziative dedicate proprio alla categoria dei Neet: attività volte a dare un’accelerata alla formazione ed all’introduzione nel mondo del lavoro di giovani talenti per combatterne la dispersione. Dall’orientamento alla formazione, entrambe gratuite, fino ad arrivare all’accompagnamento al lavoro in partnership con Manpower. Human Factory, ente di formazione accreditato alla Regione Abruzzo, è inoltre soggetto attuatore di tirocini Garanzia Giovani e tirocini extra-curriculari, misure che rappresentano opportunità enormi per i ragazzi in cerca di un lavoro.